Non ci salviamo da soli

Il vangelo di questa domenica è il prologo di Giovanni, una pagina stupenda nella quale Gesù rompe il silenzio della storia che, pur camminando in attesa del Messia, nulla aveva fatto per predisporre il mondo ad accoglierlo. Anzi lui è il primo rifiutato, il primo ostacolato e non accettato. La luce che egli porta è rifiutata, perché il mondo preferisce vivere nelle tenebre e nell’errore, piuttosto che portare giustizia e verità nelle sue vicende quotidiane. Quando nella pienezza del tempo Cristo è venuto a visitarci molti non l’hanno accolto e altrettanti continuano a non accoglierlo.

Il Vangelo ripropone la meravigliosa figura di Giovanni il Battista, profeta del Signore che è chiamato a testimoniare la pazienza e l’umiltà della Luce di Dio, che entra nella storia come un’onda luminosa sui nostri quotidiani promontori di vita, talvolta connotati dallo squallore di un cammino grigio e pallido, arido e vuoto. “Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce”. Anche noi non siamo la Luce e non siamo la salvezza, se vogliamo il bene del mondo, se amiamo i nostri amici, dobbiamo imparare a rimandare alla vera luce, “quella che illumina ogni uomo”. Come fa ogni mamma che insegna a i suoi bambini la dolcezza della preghiera, come fa ogni padre quando in casa racconta la verità di un cuore onesto. Il Battista ci chiede con umiltà di rendere testimonianza alla Luce di Dio, quella bellezza luminosa che ci ha cambiato dentro e ha reso più veri i nostri giorni. Assomiglia al battista ogni catechista che con fedeltà e passione addita la bellezza dell’incontro con Gesù ai bambini affidati al suo cuore dall’Amore della Comunità cristiana. Sembra il Battista ogni vero educatore, che prima di insegnare agli altri il Vangelo si fa discepolo per imparare ogni giorno da Colui che è il Vero Maestro. Penso che la meravigliosa figura di Giovanni il Battista dovrebbe essere il riferimento spirituale di ogni Comunità Cristiana, che è chiamata innanzitutto a render testimonianza alla Luce: additare agli uomini e alle donne del nostro tempo assetati di Dio, la via di Gesù e non trattenere presso di sé, ma invitare all’Incontro con il Signore che vince ogni tenebra e suscita primavere inedite di vita nuova. Un invito ad essere umili e continuamente relativi al signore, non autoreferenziali, ma relativi a Gesù.
“Per tre volte domandano al Battista: Tu, chi sei? Domanda decisiva anche per me. Io non sono l’uomo prestigioso che vorrei essere né l’insignificante che temo di essere; non sono ciò che gli altri credono di me, né santo, né solo peccatore; non sono il mio ruolo, non sono ciò che appaio.
Io sono voce. Abitata e attraversata da parole più alte di me, strumento di qualcosa che viene da prima di me, che sarà dopo di me. Io sono voce. Solo Dio è la Parola. Il mio segreto è in sorgenti d’acqua viva che non mi appartengono, che non verranno mai meno, alle quali potrò sempre attingere. Io sono voce quando sono profeta, quando trasmetto parole lucenti e parlo del sole, gridando nel deserto di queste città, come Giovanni, o sussurrando al cuore ferito, come Isaia.”
(E.R.) Impariamo in questo Avvento a rendere testimonianza alla Luce e a far calare ogni nostra voce, perché prevalga la sua Voce in noi.
Auguri di un Avvento carico di fiducia!