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Titolo: La stagione arida di Minerva Jones

Autrice: Francesca Borrione

Casa editrice: Les Flaneurs Edizioni

Sinossi: Minerva ha diciassette anni, gli occhi grigi di suo padre e un’ombra di capelli che pochi ricordano come fossero. Veste abiti più grandi di lei, ormai fuori moda, e cammina nei suoi consunti stivali bordeux, ai margini di un paese e di una vita con cui non è più in sintonia…

Assetata di amore e di vita, niente sembra adatto a lei, tranne le beffe che si fanno gli altri, William e Albert primi fra tutti. Quando, però, dopo l’estate, torna a casa da suo padre, qualcosa cambia e il destino diventa imprevedibile e scostante. Minerva ha un’importante lezione di vita da dare a tutti, stipata nei suoi silenzi: se “le persone sanno soltanto quello a cui vogliono credere”, l’amore è più forte di tutto. E lei lo merita.

Biografia: Francesca Borrione (1978), ricercatrice e scrittrice è dottore di ricerca in Scienza Umane e dell’Educazione (Università degli Studi di Perugia), ed è attualmente impegnata nel conseguimento del suo secondo PhD in Inglese presso l’Università di Rhode Island, Stati Uniti, dove studia il cinema e la letteratura italoamericani. È autrice di diversi articoli accademici e quattro monografie, e dei romanzi L’uomo che attraversò il tempo per me (2013), L’amore è un rito (2013) e Il richiamo delle onde (2015).

Recensione: La Stagione Arida di Minerva Jones è un romanzo per ragazzi, che merita, però, l’attenzione degli adulti. Di tutti quelli che desiderano immedesimarsi nei drammi adolescenziali dei figli, di chi vuole volgere gli occhi al passato, all’epoca della propria giovinezza o di chi semplicemente necessita di una storia avvincente che lo lascerà con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Il libro si sfoglia come ogni uomo sfoglierebbe il proprio animo, in cerca di risposte. La vita di Minerva scorre in fretta sotto lo sguardo del lettore che resta catturato dall’insegnamento che questa piccola anima può dare a tutti. Scivolando tra le pagine ci si perde tra i banchi di nebbia e ci si ritrova a correre in un giardino pieno di foglie autunnali. Ci si perde tra le braccia amorevoli e insicure di William e ci si ritrova nella mente confusa e affollata di Minerva, attraversando drammi senza tempo di una giovinezza appesa come una bambola di pezza sul filo di un rasoio, mossa da un alito di vento. Non è solo un libro, è un viaggio nelle profondità dell’animo umano, che l’autrice riesce a raffigurare attraverso quadri metaforici dipinti ad hoc. E non si può che convenire con la scrittrice che “a volte è tutto davanti ai nostri occhi, ma siamo troppo ciechi per vedere”.